Cap.3 La costruzione del tavolo pensile
Come già descritto in precedenza non avendo lo spazio per fare un plastico in casa, ho pensato di utilizzare il garage, che ha un’altezza di 3 metri, e ho costruito un tavolo sollevabile. Ai lati delle pareti del garage ho due scaffalature metalliche che arrivano a mezzo metro dal soffitto, ne ho approfittato per appoggiarci sopra tutta l’intelaiatura.
Su un tubo ottagonale trasversale, appoggiato a 2 supporti in legno, sono inserite 5 pulegge, la prima è collegata ad un argano (della portata di 500kg.) ed è quella che da il movimento rotatorio, le altre 4 invece servono per il sollevamento. Delle rotelle scanalate fissate su 2 travi di legno 60x60 mm. (che praticamente sostengono tutto il peso) rinviano i cavi ai 4 angoli del tavolo collegati con tiranti e moschettoni.
Nella parte bassa di una parete la scaffalatura non c’è, inizia all’altezza di 2 metri, e questo mi da la possibilità di avere uno spazio (ridotto), ma sufficiente per esaminare il plastico. Quando però devo intervenire nella parte opposta, sposto il tavolo che si appoggia su sfere di acciaio, (le ruote pivottanti che avevo messo all’inizio si bloccavano spesso). L’intelaiatura, come si vede dalle foto è composta da listelli di abete ricoperta con compensato di 6 mm. In mezzo al tavolo ho lasciato uno spazio rettangolare da cui spunto, chinandomi “a gattoni”, per intervenire nelle parti centrali del plastico, e che in un secondo momento ho chiuso con un coperchio mobile mimetizzato nel paesaggio. Per tenerlo più leggero possibile ho usato molto polistirolo, specialmente per sostenere le rotaie in fase di salita, e tutto il piano superiore.
Con i progressi dei lavori Il tavolo aumenta di peso, che controllo ogni tanto con 4 bilance pesa persona. Per la sicurezza sono abbastanza tranquillo, anche se ogni volta che lo sollevo sudo freddo, dopo quello che mi è successo nel 2009 (ve lo racconto nel capitolo 09). Le manovre di salita e discesa, le faccio al di fuori della superficie del tavolo, e quando è sollevato, lo appoggio sopra 6 blocchi di legno che estraggo dalle scaffalature, in modo da non sollecitare l’argano e principalmente mettere in sicurezza chi è sotto.
Credevo di essere l’unico ad aver pensato a questa soluzione, ma navigando nel sito ho scoperto che un altro appassionato, il sig. Filippo Tigli ha avuto la mia stessa intuizione, complimenti per la sua realizzazione e per il suo bel diorama.
Un saluto a tutti da Mario Felicori “un ragazzo del 43”
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