Tutto ebbe inizio nella soffitta della casa dei nonni a
Lugano. Italianissimo ma di madre svizzera ho trascorso lunghi periodi della mia
infanzia con i nonni materni. Ero piccolo e un giorno scoprii che in soffitta
esisteva una stanza segreta, era la stanza del treno. Quando entrai per la prima
volta in quella stanza rimasi estasiato. C’era un tavolone con sopra un plastico
in scala 0, era il trenino Märklin di quando il fratello di mia madre era
ragazzo. Avevo il permesso di giocarci solo con uno dei nonni presente, che
costringevo a passare ore in quella soffitta.
Al Passo del Lucomagno, non lontano dal Gottardo, c’era la casa di vacanza della
famiglia di mia madre, dove da bambino trascorrevo lunghi periodi in estate. Un
giorno si scese a valle per andare ad accogliere un ospite che arriva col treno
a Biasca. Giunti in stazione ci fu il vero colpo di fulmine, l’incontro
ravvicinato con un Coccodrillo (il Ce 6/8II 14276 che, destino vuole, ancora
sopravvive a Mendrisio). Mio padre mi raccontò allora la storia di questa
straordinaria opera di ingegneria ferroviaria, unica al mondo, che era il
Gottardo e degli sforzi che ci vollero per costruirla, dove per anni queste
mastodontiche locomotive, ormai anziane, avevano prestato il loro servizio. Non
parlai d’altro per mesi e dopo lunghe insistenze e continue richieste, per il
mio ottavo compleanno ricevetti in regalo il mio primo trenino Märklin, composto
da un Coccodrillo, qualche carro e un set di binari base. Era il 1966.
A undici anni avevo completato il mio primo plastico. Era un doppio ovale di
3x1,5 metri, armato di catenaria con i suoi sezionamenti, due trasformatori,
qualche scambio, qualche semaforo, un binario morto, qualche lampione e la
stazione in lamierino che era illuminata dall'interno, il tutto fissato su un
foglio di compensato che veniva appeso al muro nei rari periodi di riposo. Non
c'era altro scenario, ma sembrava così vero. Circolavano due treni svizzeri, uno
passeggeri con carrozze in lamierino, senza arredamento ma rigorosamente
illuminate, tirato dalla storica Ae 6/6 e uno merci tirato dal vecchio
Coccodrillo. Quest'ultimo era alimentato per via aerea e dovevo tenere sollevati
entrambi i pantografi per assicuragli costante tensione. Rimanevo ore ed ore a
guardare i due convogli incrociarsi, con i loro pantografi in presa che
molleggiavano dolcemente. Ma il tocco magico, quello che dava il massimo del
realismo erano le scintille che scaturivano dal contatto dei pantografi del
Coccodrillo...
Quando ero coi nonni non perdevo occasione per farmi accompagnare in stazione a
Lugano o a Biasca per vedere il transito dei treni provenienti o diretti al
Gottardo. Un carosello di doppie trazioni con lunghi convogli internazionali.
Potenti macchine da montagna dalle linee estetiche ineguagliabili. Erano
eleganti, nella loro livrea verde scuro con insegne cromate e con il loro stemma
svizzero piazzato sul muso.
Negli anni a seguire il parco rotabili aumentò, con qualche pezzo tedesco, un
convoglio francese e uno italiano, quel poco che Märklin offriva per il mercato
straniero. Ma il vero vanto erano i quattro pezzi Hag, un’automotrice elettrica,
una Ae 4/7, una Re 4/4 e la nuovissima Re 6/6 con cassa snodata.
Un giorno, il plastico venne smontato e i pezzi riposti in scatoloni, avevo 19
anni e lasciavo, per studi, la casa di Milano dei genitori. Purtroppo di quel
materiale, nulla è rimasto, rubato nella casa di campagna dei miei, dove era
stato riposto, insieme a tutti gli arredi. Probabilmente i ladri nemmeno
sapevano cosa fosse contenuto in quegli scatoloni… L’unico pezzo che si è
salvato è il vecchio Coccodrillo (ormai senza scatola) che mi aveva sempre
seguito nei miei spostamenti.
Negli ultimi vent’anni ho ricominciato a collezionare rotabili per il sistema
Märklin specializzandomi su quello che è stato il mio grande interesse sin
dall’inizio, Il transito del Gottardo. Con l’occhio del modellista ho cercato di
approfondire la mia cultura in materia con ricerche storiche e con l’acquisto di
molte pubblicazioni. Il parco macchine oggi è composto da circa 90 locomotive
solo per il Gottardo, molte di queste in doppia trazione, due addirittura in
quadrupla, divise in cinque diversi periodi storici dagli anni ’70 ad oggi
(forse un po’ maniacale, ma questo è il mio mondo). Ho altro materiale di epoca
I, II e III e vapore tedesco di epoca I.
Sono tutte esclusivamente locomotive Märklin e Hag in metallo, salvo poche
eccezioni, ma sempre in metallo.
Dopo venticinque anni trascorsi sul mare, ma questa è un’altra storia, decido di
rimettere i piedi a terra e tornare a vivere a Milano. Ma la città mi sta
stretta e le mie attività le posso svolgere ovunque. Quindi l’anno scorso ho
acquistato una casa sopra Ponte Tresa, in una posizione fantastica sul Lago di
Lugano, dalla parte italiana, ma non lontano dai luoghi della mia infanzia, una
vecchia scuderia con tanto verde attorno, che ora sto ristrutturando e dove
finalmente avrò lo spazio per costruire il mio nuovo plastico.
Oggi con grande piacere ho scoperto la realtà del Märklinfan Club e da buon
märklinista non potevo che esserne attratto. Poter condividere la mia passione
con altre persone che hanno anche loro il mio stesso gene è cosa impagabile.
Ho collaborato poi con Nino Carbone alla ricerca sul Coccodrillo Ce 6/8 che trovate qui:
http://www.marklinfan.net/il_coccodrillo.htm
Alcuni dei miei modelli fotografati sul plastico del club
BLS Re 4/4 HR 2059 AC
BLS 185 Märklin 36601
SBB Re 460 Hag
SBB Re 20/20 Cargo Hag
SBB Re 10/10 Hag
Freccia rossa Märklin 37866
Michele
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