Giannetto Comis

Home Su

 

Mi chiamo Giannetto, ho 54 anni, sono nato e vivo a Firenze. Da un anno circa frequento assiduamente il sito Marklinfan e sono rimasto colpito da quanto la mia storia sia simile a quella di tanti altri amici. Così mi sono deciso a scrivere qualche riga su questa passione di una vita.

     

 Come per molti della mia generazione, tutto è cominciato fra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60: ricordo che mio padre arrivò un giorno a casa da un viaggio di lavoro con un vagone merci (il 4503, a bordi bassi: naturalmente ce l’ho ancora) e un (uno!) binario diritto. Non so come fu, ma passai giorni a giocare con questi due oggetti, evidentemente lavorando tantissimo di fantasia ... Alla luce di questa prima esperienza, a Natale mi arrivò una confezione 2943 (una 3029 + 2 vagoni 4040) e, grazie al primo trasformatore, le cose cominciarono a muoversi da sole … e così, da allora, un vagone qua e uno là, per Natale magari un’altra locomotiva, il “trenino” continuava pian piano a crescere, e la passione non accennava a diminuire.

     

 Quando, a 13 anni, mi trasferii in collina, ed ebbi finalmente a disposizione un’intera stanza, assieme ad un amico molto bravo nei paesaggi costruimmo, in un annetto circa, un plastico abbastanza grandino (mi pare che fosse sui 2.80 x 1.40), con molte montagne e gallerie, e binari su tre livelli. Purtroppo (a pensarci oggi, è incredibile) nessuno ha mai fatto una foto a quel plastico, e così rimane soltanto nella mia memoria (e in quella forse del mio amico, che purtroppo di lì a poco persi di vista).

     

 Poi vennero i vent’anni, e con loro tutte le cose per cui, giustamente, si vive a quell’età. Il plastico fu tristemente smontato, dopo un paio d’anni di polvere e di abbandono, per recuperare le stanza per altri scopi; e il materiale fu messo da parte e subì anche qualche traversia (la peggiore: non so quanti abbiano fatto la tragica esperienza, in un disgraziatissimo Natale, di mettere insieme il loro treno con quello di un cugino altrettanto appassionato: ci sono voluti anni per riuscire a ridividere correttamente i nostri pezzi!!).

     

 Dopo essermi tardivamente sposato, mi sono trasferito nuovamente in città, in un appartamento non grande, senza cantina né soffitta. Un paio d’anni dopo (nel 2001), mia moglie, cui avevo mostrato con commozione le locomotive Marklin esposte nella vetrina del più bel negozio di Firenze, mi fece trovare sotto l’albero un’incredibile confezione di avvio digitale con due locomotive, effetti sonori, control unit … e da allora la passione è esplosa nuovamente, e mi ha portato a sostituire tutto il binario M con binario C (quello precedente lo conservo gelosamente, va da sé), e ad acquisire via via materiale rotabile nuovo ed usato. Ho anche iniziato, nel frattempo, la costruzione di due diversi plastici; il primo era digitale ed analogico insieme: un semplice commutatore consentiva di passare dall’uno all’altro sistema. Poi ho digitalizzato tutte le loco, e il secondo era perciò soltanto digitale. Infine è nata mia figlia, spazio e fondi sono improvvisamente venuti a mancare, e così adesso sono tornato al treno montato in terra per Natale come quand’ero piccolo (meno male che c’è il binario C!). E, intanto, sogno a occhi aperti frequentando il sito Marklinfan …

     

     

  

Please give your comments here:

Se avete commenti potete scrivere su: