MARKLIN
SI’, MARKLIN NO
Mi
permetto di fare delle considerazioni in questa sede perché mi piace lo
spirito che anima questo sito dedicato al modellismo ferroviario, un po’
diverso dagli altri, di stampo Marklin.
Apprezzo
le considerazioni che si fanno su questo hobby particolare da parte di persone
che, mi sembra, non sono più giovanissime (almeno, non tutte) e che
condividono una passione che in certi casi affonda le radici lontano nel tempo
facendo sì che l’interesse Marklin coincida con periodi diversi della vita
e con la conseguente varietà di modi di viverlo.
Fieri
di possedere un marchio famoso,per non dire esclusivo, ci abbiamo giocato
dall’adolescenza senza apprezzarne le qualità e gli aspetti che invece
consideriamo oggi ma comunque –almeno io- considerandolo un gioco serio.
Di
quell’epoca ci portiamo i ricordi dei modelli, dei binari, dei problemi
elettrici affrontati con le capacità di allora ( e magari non cambiate di
molto oggi…), ci è rimasto impresso l’odore dei motori surriscaldati e
dell’olio, il piacere di tenere in mano quella pesante locomotiva o quel
particolare vagone, ancora oggi cerchiamo i vecchi cataloghi – ah! Non
avessi buttato quel catalogo del 19…- su cui passammo infinite ore a sognare
e far progetti, conserviamo ed amiamo i nostri vecchi e preziosi modelli.
Credo
che, chi più chi meno, siamo tutti cosi.
Bene,
questa passione di antiche radici adesso è maturata con l’età, si è
diventati collezionisti, magari abilissimi costruttori; si sta scoprendo che
il mondo fermodellistico ci consente a volte di dimenticare per un po’ il
peso di lavoro e preoccupazioni varie, si può vivere la passione per i treni
mescolando il finto col reale (fare qualche sogno da adulto non guasta) e si
scopre come questo “mondo Ferroviario” possa anche essere un modo far
cultura con la storia, la tecnica, la scoperta.
Può
essere persino poetico e delicato – alcuni commenti dei soci Marklinfan lo
dimostrano con la sensibilità di certe annotazioni in occasione di visite
alle mostre od osservando il mondo circostante -, insomma totalmente
coinvolgente.
Il
tutto sempre all’ombra della grande MARKLIN Gmbh.
E
mi sembra di vedere che l’ammirazione per la ditta continui ad essere tale
per tutti coloro che la utilizzano ed io non faccio eccezione, avendone
stimate le qualità secondo criteri che, ovviamente, si sono modificati con il
mio invecchiamento.
La
comparsa del digitale mi ha visto davvero diventare un sognatore infantile ( e
avevo già passato i 40 anni da un po’)di fronte a nuovi orizzonti, panorami
che si allargavano a dismisura con il contemporaneo dilagare
dell’informatica, di cui peraltro sono modestissimo utilizzatore ancora
oggi, l’evoluzione asintotica delle tecniche di costruzione, di affinamento
dei particolari, lo “smoothing” continuo delle caratteristiche di marcia
anche se qualche timido dubbio si affacciava nel vedere la plastica che
avanzava, qualche particolare non applicato ma stampato…
Diavolo,
Marklin costruisce secondo standard militari, i suoi pezzi sono un incrocio
fra un ferro da stiro e un’incudine!
Sì,
è vero, Roco e Fleischmann sono meno grossolani, ma vuoi mettere?I nostri
vanno sempre, anche dopo essere caduti in acqua, anche dopo essere stati fermi
per anni in soffitta, se ti cadono su un piede non trattieni il fiato per il
disastro ma per la frattura al metatarso!
Tutti
temevamo che lo “spirito Lima” (absit iniuria verbis) contaminasse
Ma
per fortuna
Ma
uno dei vanti maggiori della casa non è la grande tradizione?Non è “la
novità nella continuità”?
Questo
è per me un indubbio fascino ed uno dei motivi di maggior apprezzamento per
Come
giustificare l’interruzione “ex abrupto” della linea aerea e degli
elementi di gestione digitale?
Hanno
creato un grande clima di attesa, grandi aspettative ma sono passati quasi 2
anni e il sottoscritto non trova più keyboard, control
E
accanto a questo metto il senso di fastidio che mi viene dal vedere il
dilagare di tutte quelle iniziative commercial-pubblicitarie fatte di gadgets
e sciocchezze di cui non nego la necessità per la casa che deve navigare
nelle realtà commerciali odierne ma non giustifico il fatto che si stia
occupando in modo preminente, di quelle (chi ha comprato il porcello
portafortuna? O il calciatore che tira la palla nel vagone?).
In
altri termini, la mia impressione è che anche per Marklin il fumo prevalga
sull’arrosto e che vi sia una palese contraddizione fra le sue dichiarazioni
di ditta produttrice di articoli di grande valore (e tutti noi ne possediamo
diversi) e la commercializzazione per i grandi numeri.
Va
bene l’attenzione per i nuovi mercati, va bene la diffusione del
fermodellismo in un momento in cui questo sembra destinato a scomparire,
ma
esiste pur sempre –ancora – una categoria di individui che del
fermodellismo apprezzano qualità e caratteristiche particolari quali quelle
che proprio
Perché
non modificare i ganci conduttori di corrente che sono stati progettati in un
reparto di neurodeliri?
Perché
non migliorare l’affidabilità dei motori degli scambi che così sovente ci
avvicinano all’infarto da arrabbiatura?Secondo me l’Ufficio Progettazione
dovrebbe, ad esempio, dedicarsi a questo oltre che alla scatola con carillon
per il vagoncino.
Il
tutto messo in relazione ai prezzi che la casa pratica, certo non di prodotto
da supermercato, particolarmente in Italia dove questo marchio solletica
velleità elitarie e costituisce per la casa tedesca una percentuale
nettamente minoritaria.
Certo,
tutto cambia e anch’io non sono immune dai limiti che l’età impone nei
confronti delle capacità di adattamento, per cui il mio modo di vedere le
cose può essere considerato anacronistico.Tuttavia mi sento in dovere di
esprimere, almeno a chi di questo argomento si interessa, il punto di vista di
uno che ha passato la vita lasciando alla Marklin un ruolo importante nel
renderla piacevole.
Mi
scuso per la lunghezza della “lamentazione” e sono ovviamente curioso di
sapere il vostro parere, se vorrete darmelo, aggiungendo che sarebbe bello
poter inviare alla casa tedesca un documento di marklinisti italiani che
faccia presente il nostro (ovviamente non il mio) parere sull’attuale scelta
di gestione dei suoi prodotti: senza alcuna illusione, naturalmente.
Un
caro saluto a tutti.
Paolo Solero