Museo di Heilbronn

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a cura di Alberto Pedrini    view this page in english 

 

Ho visitato il museo in occasione della manifestazione "Heilbronner Dampflokfest" che ospitava l'evento

 "La scala 1:32 incontra la scala 1:1" il 13 -14 settembre 2008

Quale occasione migliore per affrontare i seicento chilometri che mi separavano dal museo?

Le mie aspettative non sono state deluse, la sede del museo è quanto di meglio si possa trovare per un tuffo nel mondo del Vapore. La struttura è composta da una piattaforma girevole con rimessa locomotive, un'officina e da un grande capannone rettangolare per la manutenzione dei treni. Una parte di quest'ultimo ospita il locale ristoro, alcune stanze con reperti e ricostruzioni di ambienti ferroviari e, al secondo piano due grandi stanzoni in cui trovano posto un bel plastico in scala 1 e un'autopista a quattro corsie. I fabbricati fanno parte del grande scalo merci di Heilbronn dove si vedono al lavoro quattro macchine diesel.

La struttura

   

   

Il plastico in scala 1

   

   

   

   

Lo scalo merci

   

   

Durante i due giorni della manifestazione tre vaporiere erano, a turno, disposizione del pubblico per un breve tragitto ospiti in cabina: una BR01, una BR75 e una BR38 in livrea Reichsbahn. Sulla rotonda un instancabile Köf e una 800 manovravano avanti e indietro dai tronchini, carri e locomotive spente. Mai prima avevo avuto un contatto così ravvicinato e lungo con le macchine sbuffanti. Nessun divieto impediva di girarci attorno, camminare sui binari, toccare il metallo caldo e farsi avvolgere da nubi di vapore.

La 75

   

   

La 38

   

   

  

Il köf

     

Le altre macchine presenti

   

 

      

   

   

La BR 01

Ma il momento veramente magico è stato la domenica mattino presto, ancora prima dell'apertura al pubblico, il sole, sorto da poco, illuminava con una luce calda la rimessa sulla quale stavano affacciate le macchine in attesa della giornata di lavoro.

Mi sono avvicinato alla 01, piano piano, e ho sentito la sua voce, il suo lento ansimare, ho percepito il suo calore, e i rivoli di acqua che scendevano lenti dagli scarichi mi sono apparsi per un momento come il sudore di un animale, ho sentito la macchina vivere... e ho capito come possa essere intenso e totale l'amore di un macchinista per la sua creatura. Veramente una grande emozione.

Tutti gli spazi erano aperti e visitabili tranquillamente, aggirarsi così liberamente dava la sensazione di far parte della struttura e consentiva di prendersi il proprio tempo di visita. La mensa era allestita all'interno della rimessa locomotive. Si pranzava tra due file di loco accanto ai banchi officina, dalle piastre di cottura uscivano a getto continuo wurstel e bistecche con patatine, mentre in una cucina militare da campo si cuocevano zuppe e goulasch.

La cucina

    

 

Ma veniamo alla ragione principale dl mio viaggio, i modelli in scala 1:32 e il grande plastico modulare montato all'interno del capannone manutenzione, circa 500 metri lineari di moduli allestiti dagli appassionati appartenenti a diversi gruppi modellistici riuniti sotto l'insegna IG Spur 1 module Rhein Neckar  http://www.ig1.de/

   

La mia intenzione era conoscere il gruppo, associarmi e avere due coppie di testate a norma per potere in futuro partecipare ai raduni con i moduli italiani che sono in costruzione. Rompere il ghiaccio non è stato facile, specialmente con il mio scarso inglese, ma la comune passione fa superare tutte le difficoltà e oggi posso contare su molti amici in più.

 

Il plastico è veramente grande e sempre diverso ad ogni incontro naturalmente. La gestione avviene con una intellibox interfacciata ad un computer per il controllo della stazione principale. L'alimentazione è suddivisa su molti booster da 6A e i controlli supplementari alle varie stazioni minori sono gestiti da intellicontroll via loconet. Per la circolazione dei treni sulle linee ci si affida invece a dei radiocontrolli costruiti da un artigiano elettronico svizzero. Ogni treno è affidato al proprio macchinista che lo segue passo passo con il controllo palmare fermandosi ai segnali dei capistazione, come al vero. Impossibile gestire diversamente il traffico viste le dimensioni dell'impianto, e in ogni caso mi è sembrato il modo migliore, sia per il divertimento dei partecipanti che per la sicurezza.

Dei 500 metri di moduli parecchi erano una semplice linea a doppio binario, spesso con le immancabili differenze di finitura, ma molti altri spiccavano per il livello di dettaglio e realismo raggiunto.

Ecco quindi le immagini del plastico:

   

   

 

 

   

    

   

   

   

 

     

   

   

 

Alla prossima...

Alberto

Se avete commenti o domande vi aspetto qui: