Riccardo Bastianelli

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C'era una volta... un re; diranno i miei lettori. Eh no! C'era una volta un pezzo di legno (anzi due). Non dei pezzi di legno qualsiasi, di quelli che si usano d'inverno per mettere sul fuoco e far bollire una pentola di fagioli, ma due bei pezzi di legno tagliati e sagomati al computer, che tutti chiamavano TESTATE.  Così, parafrasando l'inizio di una grande storia, è iniziata la mia avventura nella costruzione del modulo Märklinfan.  In realtà, la passione per i trenini è nata molto tempo prima, quando ero un  bambino; allora i treni erano Lima o, quando andava bene, Rivarossi  e giunsi a realizzare un grande impianto che montavo a terra (ossia non fisso).

Poi, dopo una lunghissima pausa, la passione è tornata con forza: ho comprato uno start set (con la scusa di un regalo per i miei figli) formato da una BR50 con carri merci e una V160 con le famose carrozze argento, tutto gestito da una MS. Questa volta si trattava di treni Märklin, un nome che da piccolo era sinonimo di Ferrari o Porsche!

Nel frattempo la tecnologia anche per i treni in miniatura era cambiata moltissimo: avevo lasciato dei mezzi che andavano a scatto e sempre tutti alla stessa velocità, mi sono ritrovato in mezzo a delle piccole meraviglie, perfettamente rispondenti ai comandi e che sembra di poter chiamare ciascuna con il proprio nome; senza parlare del suono e dei rumori tipici delle locomotive (la messa in moto delle grandi Diesel, con lo sforzo tipico del motore che si avvia nel clima rigido, mi emoziona ogni volta). Inoltre, dopo essermi impossessato di una grande stanza da mia madre, che abita vicino a casa mia, ho iniziato la costruzione di un plastico Märklin.

Come sanno bene tutti i fermodellisti, il particolare fascino nella costruzione di un plastico non è dato solo dal poter realizzare un mondo in miniatura, ma anche dalle abilità necessarie per giungere al risultato finale: dai lavori di falegname a quelli elettrici, dalla pittura alla verifica delle proporzioni, ossia dell'architettura. Un lavoro fantastico che impegna allo stesso modo le mani e la mente! Dato che si tratta del mio primo plastico ho inevitabilmente commesso degli errori, aggravati dal fatto che nel “pensare” il plastico non mi sono confrontato con nessuno. Nella mia zona ci sono alcuni appassionati e anche un piccolo club di fermodellisti; ma presentarsi come appassionato della Märklin equivale a un ostracismo immediato.

Fortunatamente, ho conosciuto il Marklinfan che è stato fin da subito un fonte infinita di preziose informazioni. Il passo successivo e fondamentale è stato però partecipare, seppur da ospite, al montaggio dei moduli a Genova nel novembre 2010. Qui, dopo aver conosciuto di persona gli animatori del forum, ho preso la decisione di costruire il modulo. Infine e siamo arrivati al gennaio 2011, la partecipazione all'incontro di Seriate. Vivere due giorni pieni di passione pura, osservare i modelli elaborati dai più esperti, fare tardi la notte a vedere proiezioni in tema, e poi alzarsi presto per i seminari sono state esperienze bellissime. Per non parlare della scoperta della scala 1. Una vera meraviglia. Questo credo sia uno dei segreti della forza del Marklinfan.

Parlarsi, scambiarsi opinioni e consigli  per mesi via internet e poi passare due giorni in modo superconcentrato in un clima di grande amicizia e gioco puro!

Obiettivi: finire il modulo e il plastico.

Sogni nel cassetto?? Realizzare un grande plastico, un impianto in giardino in scala 1 e magari un modulo, sempre in 1, per partecipare a quei favolosi raduni in Germania.

Riccardo Bastianelli

Modulo di Riccardo Plastico USA di Riccardo

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