Difficile
dire cosa mi abbia spinto a costruire un plastico, difficile citare
tutti ricordi che porto con me della mia infanzia con il «mio» Marklin
, sicuramente ricordo mia mamma che stirava mentre la mia 103 inanellava
centinaia di giri su quel piccolo ovalino che a me sembrava grande ed immenso,
ricordo «l’odore di Marklin» e ricordo che afferrando con la dovuta
delicatezza la locomotiva apprezzavo il calore emesso dal mantello, era
calda……era viva.
Poi
passano gli anni, le esperienze, le difficoltà della vita, ma qualcosa del
passato rimane sempre in noi e allora perché reprimerlo, sì forse e’ proprio
da questa considerazione che e’ nata in noi la voglia di costruire un
plastico.
Sì amici
Markliniani, ho scritto "noi", perché io sono fortunato, anzi
strafortunato, perché la mia meravigliosa moglie mi ha seguito, mi ha spronato
ed ha partecipato con entusiasmo a questa costruzione, questo e’ il motivo per
cui raccontando a voi le sensazioni che trasmette il plastico troverete sempre
«noi».
Per «noi»,
dicevo, è stata una grande gioia
costruirlo e un mix di esperienze, dal design alla realizzazione quanta strada
c’è e quante ore passate a pensare le possibili migliorie, il tutto mentre la
vita scorreva ….si cambiava casa….. e nascevano Manuele e Cristiano!
Ora i miei
piccoli Manuele e Cristiano giocano con me, creano convogli e fanno manovre
azzardate, loro sono all’avanguardia, loro giocano in Digitale mentre io….un
po’ più vecchietto….. provo ancora gioia ed attrazione verso l’analogico,
verso le cose che ora non piacciono più come gli ingranaggi a cascata
(semplicemente magnifici) o le locomotive che non emettono suoni….. ma non ce
ne è bisogno il loro rumore è già musica.
No, non
bisogna disprezzare il nuovo, ma bisogna anche educare i pochi bambini rimasti a
giocare con i treni della “mia”, anzi “nostra”, epoca per insegnare loro
che il modello analogico e’ un pezzo di storia Marklin e come tale non va
rinnegato, anzi va apprezzato, bisogna dar loro in mano una locomotiva e far
sentire loro il peso, la robustezza far apprezzare l’affidabilità’.
Però è
proprio triste vedere i bambini trascorrere le giornate davanti alla televisione
o giocando con i giochi elettronici quando c’è un Hobby che permette di
sviluppare la mente che unisce l’abilita’ costruttiva con la fertilità
intellettuale, probabilmente i tempi cambiano ma un po’ di colpe sono anche
nostre, di noi genitori.
Ora
Manuele e Cristiano dividono la loro stanza con il «nostro» plastico, non è
enorme….. ma è al limite della sopravvivenza, ma per loro è parte integrante
della loro cameretta, loro sono cresciuti con il plastico!
Non posso
e non voglio terminare queste mie brevi riflessioni senza citare il mio fratello
Marco (non e’ mio fratello……di più), compagno di grandi avventure
Markliniane e non, mio faro! Grazie Marco la
tua amicizia rientra tra le fortune che la vita mi ha riservato!
Photo: Alberto Pedrini
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