Dice la storia che la ferrovia da Milano a Torino venne inaugurata il 1 giugno 1859, con il tratto che da Magenta (dove la stazione venne già inaugurata il 18 ottobre 1858), nel Regno Lombardo-Veneto, oltrepassava il Ticino e si congiungeva a Novara con il percorso piemontese. Queste le loco Austriache che avrebbero potuto viaggiare sulla linea:
Locomotive Cerere e Nembo, delle Ferrovie Imperiali Austro Ungariche, utilizzate in Italia dalla Kaiserlich königliche privilegierte Lombardisch-venetianische Eisenbahngesellschaft (Imperial Regia Privilegiata Società delle ferrovie lombardo-venete);
Già il 4 giugno dello stesso anno, comunque, la linea venne interrotta per la Battaglia di Magenta, in cui i Franco-Piemontesi sconfissero gli Austriaci iniziando così il percorso dell’Unità d’Italia.
Il Ponte ferroviario sul Ticino, distrutto dagli austriaci il 4 giugno 1859 per tentare d’impedire il passaggio del fiume all’esercito Franco-Piemontese.
Una volta ripresa la funzionalità, la ferrovia diventò fondamentale per il trasporto di truppe e vettovaglie dal Piemonte al fronte. E le locomotive, questa volta, potevano anche essere le prime Ansaldo uscite dalla fabbrica ligure:
Locomotiva del gruppo 113, appartenuta alla Strade Ferrate dello Stato Piemontese
Ma veniamo a noi.
Vivo a Magenta con mia moglie Anna e Cecilia, nostra figlia: e la mia storia modellistica ripercorre in parte le vicende della linea ferroviaria che vedo dalle mie finestre, con le stesse difficoltà ed interruzioni.
Ho passato però l’infanzia a Milano, ed un trenino è apparso nella mia vita molto presto….. ma era della marca sbagliata, per ora!
Ricordo che, una domenica mattina, mio padre mi portò su un treno delle Ferrovie Nord: probabilmente una o due stazioni, per una breve gita fuori porta, ma le immagini sono registrate in maniera indelebile nei miei occhi. Il treno era, presumibilmente, come questo:
A partire dai sei anni, il sogno si è concretizzato con un plastico – Märklin questa volta- che veniva montato solo nel periodo delle feste natalizie e poi riportato in cantina. Era, per me e per la mia famiglia, un avvenimento importante che si ripeteva come un rito ogni anno: segnava l’inizio delle vacanze natalizie, una rivoluzione nella sala di casa, un periodo di festa. Insomma, meritava una foto:
Vennero i quattordici anni e proprio quando ottenni da mio padre il finanziamento per una piccola espansione (una breve sopraelevata) l’adolescenza, con i suoi interessi diversi e prorompenti, portò tutto nel dimenticatoio per molto tempo, con una prima sospensione dei lavori.
Ma la passione è rinata dopo 25 anni grazie a mio suocero: durante una cena parlammo casualmente di trenini e, sceso in cantina, ne trasse due valigie che mi regalò. Eccone una:
Credo che questo sia il sogno di ognuno di noi: aprirle e scoprirne il contenuto, come un tesoro antico! In una, cinque locomotive e decine di vagoni, uno spettacolo! Nell’altra, tanto materiale per comporre il plastico nr. 7 del famoso volume Märklin 0334 “Impianti binari HO”, del 1959, in italiano: ecco le pagine che erano state studiate con attenzione prima degli acquisti.
Unendo i materiali con i miei, ho riattivato il vecchio plastico, aggiungendo una sopraelevata e tornando così a far sferragliare le vecchie loco (che naturalmente, come ogni Märklin, sono partite senza problemi dopo oltre 20 anni di cantina!
Il mondo Märklin si è riaperto all’improvviso, ma nel frattempo molte cose erano cambiate: il digitale rappresentava un mondo nuovo da rifiutare o da conoscere, internet forniva quantità infinite d’informazioni (rispetto al solo catalogo cui mi ero fermato). Di doveva decidere cosa fare! Ma proprio internet ha fornito la risposta, nella possibilità di conoscere altri appassionati e da lì una nuova storia: partecipare fin dagli inizi all’idea di un plastico modulare Märklin, costruire un primo modulo. Per ricadere poi nell’oblio per qualche anno. Ma la passione ed il bisogno di condividere questo nostro hobby (troppo spesso vissuto solo a livello personale, senza condividerlo con amici) mi ha portato a tornare sui miei passi ed aderire all’Associazione che si era nel frattempo strutturata, iniziando altresì un nuovo modulo a sostituire il precedente che non era adatto al plastico modulare che si veniva formando. Ma qui la storia finisce, ed inizia il futuro!
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