Gianluigi Paganuzzi

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Mi piacciono treni di ogni epoca e nazionalità, e la tendenza attuale di assoluta fedeltà non solo modellistica, ma anche storica e geografica, fa a pugni con il mio desiderio di libertà.
Ad esempio mi sono chiesto: perchè non potrei far cicolare una 01 in un plastico di stile italiano? Solo perchè i tedeschi, durante l'ccupazione nazista, non ne hanno mai importata una? Ma avrebbero potuto farlo!
E allora, perchè limitarsi solo a ciò che è stato e non anche a ciò che avrebbe potuto essere?
Ma anche questa non è una soluzione soddisfacente.
In fondo i nostri plastici sono come i dipinti: ce ne sono di assolutamente fedeli ad un determinato soggetto, altri ritraggono temi di pura fantasia, e infine ci sono quelli astratti o naif.... ma sono tutti dei capolavori!
Alla fine la soluzione l'ho trovata proprio in casa Marklin, nei bellissimi disegni che illustravano le copertine dei cataloghi anni 60, che mi facevano sognare da bambino e ancor oggi hanno per me un fascino irripetibile.
Andate a rivederli; ci sono treni di ogni epoca e nazione, che operano   nello stesso contesto ferroviario con la massima armonia e naturalezza (com'erano bravi i disgnatori tedeschi dell'epoca!); nel catalogo 1962/63 una stazione delle DB è sovrastata da un viadotto su cui transita un convoglio merci dell New Haven e tutto appare incredibilmente normale....
Beh, forse, in barba ai miei 54 anni, sono ancora un po' bambino, ma
quello è il mio plastico ideale.

I like trains of any kind, no matter what's their age or country. However the actually recommended rule of prototypical realism, even in the reproduction of the geographic and historical environment, is in contrast with my wish of freedom.
Sometimes I wondered: why couldn't I have a 01 german steam locomotive running on an italian style layout? Only becouse it never travelled to Italy? But it could have been traded, for instance, during the german occupation in world war II.
Should we be constrained only by what effectively happened, or may we take into consideration also what could have been, although it never happened?
Indeed this solution could bring more freedom to our model works, but in my opinion it is not yet fully satisfactory.
Our layouts are much like pictures; some are perfectly adherent to a real subject, some are pure fantasy, not to mention the abstract ones, the naif.....
However each one is a  masterpiece, in its nature!
At last I found the solution just on old Märklin catalogs, in those wonderful cover pictures that populated my child dreams about forty years ago; even today I find them fascinating! Take a look: you can see trains of different ages and countries sharing the same railroad environment in a quite natural fashion.
In the 1962/63 catalog, a DB railway station is crossed by a bridge on which a NEW HAVEN freight train is travelling: everithing looks surprisingly normal.....
Perhaps a little child is still living deep in my 54 years old heart,  but  Indeed that one could  be my ideal layout.

Catalogo-1962-63.jpg (210275 byte)

Di seguito alcune foto del mio primo treno Märklin.
Lo regalò, a me e ai miei fratelli, mio padre nel Natale del 1959 e funziona ancora perfettamente, a parte qualche incertezza dell'inversore di marcia (ma con una buona ripulita tornerebbe sicuramente a posto).
Per me è un po' come la mitica monetina "number one" di Paperon de Paperoni: tutta la mia storia fermodellistica comincia da lì.
In seguito ho avuto modelli di tutti i generi e di tutte le marche, ma quello è sempre rimasto, nel mio immaginario, il Treno con la T maiuscola.
Non è molto, come inizio, ma col tempo arricchirò la mia pagina web sia con altre foto (ad esempio i miei modelli Insider, o, perchè no, alcuni storici modelli Lima anni 60, anche quelli recuperati a ricordo di gioventù), sia con descrizioni di lavori e realizzazioni che spero prima o poi di riuscire a fare, sia con pagine di testo a carattere sia tecnico sia, per così dire,  filosofico (ovviamente sempre in tema di modellismo).

Here are some photos of my first Märklin train. It was a Christmas gift from my father, for me and my brothers, late in 1959.
It is still working fine, except for some minor malfunction of the direction inverter (but surely a good cleaning would be sufficient to restore its normal behaviour). In my sight, it is much like the famous Donald Duck's "Number One" coin: all my model railroad adventure stems from there on.
I got many models of different kinds and manufacturers, but that one has always been regarded as "The Train", with capital T.
This is just for beginning.
Hopefully, in the future I shall expand this web page, adding photos from my model collection (for instance my Insider models, or, why not?, some historical old Lima models dating back to the sixties), as well as descriptions of  technical works and talks about model railroad.

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gianluigi.paganuzzi@fastwebnet.it

 

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