Correva l'anno 1977 e in luglio stavo terminando il servizio militare. Nel
corso della licenza ordinaria ebbi occasione di rovistare in solaio
e, con non poco stupore, ritrovai il trenino Marklin che mi fu regalato vent'anni
prima, e gelosamente conservato da mio padre in un vecchio armadio. La
curiosità mi spinse ad aprire le scatole, a toccare con mano quegli splendidi
oggetti, e la voglia di testarne il funzionamento fu immediata. E, una volta
accertato che il test diede esito positivo, la folgorazione fu inevitabile, e,
in
un crescendo rossiniano peno di suoni e di fantasmagorici colori,
l'innamoramento tuttora persiste, passato attraverso frequentazioni di
innumerevoli Borse-Scambio in Italia e all'estero, mostre di modellismo,
ricerche nei mercatini, fino a quella droga che è il web, dove c'è di tutto
e ovviamente il Marklin non poteva mancare, compreso eBay, sirena tentatrice
alla quale non si può dire di no.
Oggi mi sento, dopo tanti anni, più collezionista che modellista, anche se le
origini modellistiche (aerei
in scala 1/72) mi hanno aiutato non poco nella manualità. Purtroppo per
ragioni di spazio mi devo limitare a un piccolo plastico di 2 x 1 (il misconosciuto
Toporama Marklin) che utilizzo per prove e collaudi, oltre che per
divertirmi.
Ma le bacheche sono ben fornite, dalla serie 800 ai vagoni in pressofusione,
dalla serie 3000 pregiata alle vetture in lamierino litografato, fino ad
alcuni digital. E proprio tramite il sito Marklinfan ho
iniziato a coltivare l'idea dei modelli italiani non Marklin in corrente
alternata (quelli Marklin li possiedo quasi tutti, salvo alcuni sondermodell),
più per un fattore culturale e patriottico che collezionistico, che mi ha
tuttavia insegnato ad apprezzare caratteristiche di altre marche che non
conoscevo. Ovvio che il primo amore non si scorda mai, e il mito Marklin non
mi si scrollerà più di dosso.
Parlando del plastico, precisando che è per ragioni oggettive molto
"scolastico", non si può dimenticare
che anche se in alternata, ogni tanto va ripulito dalla polvere. Quale miglior
occasione per far circolare alcuni piccoli convogli con carri puliscibinari?
Detto fatto, si agganciano i vagoni ad alcune motrici sporcate all'uopo (erano
rovinate e la tecnica del plastimodellismo si è rivelata preziosa) e
via, in una corsa manutentiva utile e gradevole. Poi il
famoso Pocher in alternata CC7107 (codice 801/3) non poteva mancare, come
omaggio al maestro Arnaldo Pocher, che qui vediamo al traino dei contemporanei
vagoni italiani Fleischmann (a proposito fra un pò vedrete una Pierina
Fleischmann trasformata in alternata). Ma qualcuno si chiederà: a parte
qualche Marklin rovinato e sporcato e una 3000 con le filettature rosse come
al vero, cosa si vede della marca da noi tutti amata? Vi offrirò un piccolo
anticipo, costituito dall' ST 800 verde, dalla confezione per l'Austria 3233 e
da un piccolo diorama anni '50 con la stazione 419 e il magazzino 415,
unitamente a quattro pensiline 423, purtroppo senza la tabella di
percorrenza,
ma da materiale preso su eBay a pochi Euro e leggermente restaurato, non si può
pretendere di più. Ma di vintage, settore che prediligo, ne parleremo più
approfonditamente in futuro.
So che la qualità delle foto non è eccelsa, ma con una macchina amatoriale
da 3,2 Mp non posso far di più (o non riesco?).
Conto di poter proseguire questo rapporto virtuale con altre immagini,
con esperienze modellistiche diverse ed interessanti, e, perché no, anche con
documentazione di altri amici, restii a divulgare ciò che grandioso hanno
fatto con quel meraviglioso giocattolo tecnologico che si chiama trenino
Marklin.
12 gennaio 2006 - alcune nuove immagini - APphoto
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