A chi mi chiede come sia nata la mia passione per i treni, rispondo che è una cosa genetica, una sorta di predisposizione a lasciarsi affascinare da questo meraviglioso mezzo di trasporto. Credo di avere ereditato la passione per i treni da mia Madre, che mi portava spesso in stazione a Bergamo, dove stavamo insieme a guardare i convogli arrivare e partire.
Il primo viaggio è stato all'età di due anni, forse meno, a bordo del trenino della valle Brembana fino a S. Giovanni Bianco, con sosta alle Grotte delle Meraviglie.
Sarà per quello che in testa alle preferenze ho le piccole locomotive elettriche con biellismo?
In seguito ci furono frequenti viaggi tra Bergamo e Crema, città dove risiedevano i Nonni. Si prendeva la "Littorina" color castano con dei grandi e comodi sedili in velluto verde.
Il primo trenino con cui ho giocato era di mio cugino, nei primi anni '60, un convoglio LIMA con E424 che ho poi ricevuto in regalo molti anni dopo ed è ancora funzionante.
a questo si sono affiancati altre locomotive e carri, sempre economici Lima, con cui ho giocato per anni, ma che per le loro caratteristiche non consentivano di realizzare impianti complessi e affidabili. Rivarossi, Fleischmann e Märklin erano sogni irrealizzabili per le finanze famigliari, mi dovevo accontentare dei cataloghi su cui sognare. Solo uno dei miei amici di allora possedeva una "scatola rossa" con circuito e tre scambi per il binario di sosta e di sorpasso, binario M, loco E18 verde, la "3024", e alcune carrozze. Tutto dal funzionamento ineccepibile, un'altra cosa rispetto ai nostri giocattoli. E i desideri? Sempre questi:
Più avanti il naturale cambio di interessi relegò il vecchio trenino in una valigia dove rimase fino al 1989, anno del ritorno di fiamma. Il motivo scatenante fu la vista di alcuni plastici esposti dal gruppo GFO di Bergamo nel periodo natalizio allo scalo merci della stazione di Bergamo. 24 ore dopo ero già in un negozio di modellismo per aggiornarmi su prezzi e novità. Poi la decisione di concedermi finalmente qualche modello di pregio Fleischmann, per ragioni di compatibilità con quanto avevo già. In seguito il cambio dei vecchi binari Lima con i "profi", sempre Fleischmann e da una serie di locomotive italiane, Roco, Lima e Rivarossi di buona qualità. Ripresi da allora l'abitudine, ogni Natale, di montare un circuito sul tappeto del soggiorno ogni anno sempre più grande, niente rende l'atmosfera di questa festività più di un trenino che gira intorno all'albero decorato. Durante l'anno mi tenevo poi aggiornato comprando le riviste specializzate e visitando l'esposizione annuale che si tiene a Novegro, ma non avendo amici con cui condividere la stessa passione il treno occupava soltanto una piccolissima parte del mio tempo libero. Märklin era ancora su un altro pianeta, con il suo sistema a tre rotaie, i prezzi alti e la mancanza di locomotive italiane.
Il momento della svolta fu in occasione del mio primo viaggio in Germania per motivi di lavoro alla fine degli anni '90. La relativa visita a grandissimi negozi specializzati con assortimenti completi e prezzi interessanti, musei ferroviari, plastici enormi in esposizioni permanenti, stazioni e linee ferroviarie dappertutto mi aveva entusiasmato e dato l'occasione di procurarmi uno start set Märklin digitale al prezzo con cui in Italia si comprava poco più di una locomotiva
Un impianto completo con due treni svizzeri merci e passeggeri, loco in metallo digitali, centralina digitale e binario C dall'assemblaggio perfetto. Troppe qualità tutto insieme, scoprire il mondo Märklin è stato come ricominciare da capo l'avventura, finalmente avevo trovato la qualità e la funzionalità che cercavo. Un mondo da cui non si torna indietro, e a cui ho adeguato nel tempo le vecchie locomotive installando pattino e decoder.
Nel 2003 mi sono iscritto al GFO Bergamo dove ho appreso le basi tecniche per costruire un plastico e conosciuto molti appassionati, tra cui Antonio Zambelli, autore e proprietario di uno dei più bei plastici in stile tedesco presenti in Italia e del plastico americano Märklin esposto poi per la prima volta alla mostra di Fossano 2003.
In quella occasione affiancai Antonio occupandomi del trasporto, montaggio e illuminazione del plastico. Naturalmente avevo con me locomotive e carri americani per dar manforte al mio amico. Da Antonio ho appreso la tecnica di realizzazione delle rocce che applico tutt'ora. Fossano fu la mia prima partecipazione ad una mostra di modellismo e anche l'evento che ha permesso a Piero Chionna di lasciare sul quel plastico un biglietto da visita del Gruppo Amici Märklin, la lista Yahoo di appassionati con i quali iniziò un rapporto via internet e che mi ha poi portato ad aprire insieme a Piero, il 28 febbraio 2005, il Marklinfan Club Italia.
Da li in poi la mia storia coincide con le esperienze di gruppo dei plastici modulari, di cui potete leggere nelle pagine dedicate, culminate con l'esposizione a Göppingen del 2011
Alberto
Non bastavano la scala H0 e la 1, la mia passione si estende ai Mattoncini:
E ai treni da giardino